Questa notte non avrà un’alba e rimarrà una notte eterna che terrà vivo un regista colossale. George A. Romero si è spento ieri, 16 luglio 2017, all’età di 77 anni, dopo una brevissima ma devastante battaglia contro un tumore al polmone. Ad annunciarne la morte è stato il suo produttore e carissimo amico Peter Grunwald. Il regista de La notte dei morti viventi ha lasciato al mondo una grossa impronta che ha cambiato completamente la concezione del genere horror. Portatore in cinematografia della credenza popolana degli zombi, Romero ha avuto alti e bassi nella sua carriera cinematografica, legata soprattutto a questi strani esseri.

George Romero inizia subito la sua carriera cinematografica: a 13 anni gira il suo primo film in 8mm, The man from the Meteor. Intorno ai 20, fonda la casa di produzione Image Ten Production, in collaborazione con alcuni suoi amici. Insieme riusciranno a raccogliere 10.000 dollari, con i quali produrranno il film che lo ha consacrato nel panorama horror mondiale, La notte dei morti viventi (1968). In seguito dirigerà altri tre film che non avranno lo stesso successo del loro predecessore, fino ad arrivare al suo capolavoro, Zombi (1978), prodotto dal regista nostrano Dario Argento.
La saga continua con il terzo film, meno fortunato dei predecessori, Il giorno degli zombi (1985). Divise la sedia da regista con Argento in Due occhi diabolici (1990) e, pochi anni dopo, girò un film tratto da un libro di Stephen King, La metà oscura (1993). Il regista non fu mai dedito esclusivamente alla narrazione di una storia, ma attraverso le sue pellicole diffondeva messaggi antirazzisti e di denuncia sociale.

La moglie e la figlia di Romero sono stati al fianco del regista fino ai suoi ultimi distanti. La famiglia stessa ha rilasciato l’annuncio alle varie testate giornalistiche. Scatenatissimi sono i suoi fan sui social, che si rivelano fiduciosi in un suo ritorno alla maniera dei suoi film.
Il video in testa all’articolo tratta del backstage del film Zombi.
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